lunedì 9 dicembre 2013

Basso elettrico 4 corde "Happy Ending"


Per tutti quelli che praticano la musica con una certa dedizione e passione l'idea di avere uno strumento unico e inconfondibile è da sempre un chiodo fisso. 
Questa voglia è spesso sinonimo di parecchi soldi e di una spesa che spesso non giustifica la resa, se non per la pura soddisfazione del proprio ego estetico di presentarsi sul palco con qualcosa di mai visto prima e che lasci il segno nelle menti di chi ci osserva sotto palco.
In realtà si possono ottenere ottimi risultati anche senza spese folli migliorando non solo di molto l'estetica, ma anche l'essenza del proprio strumento, per quanto economico possa essere.
Ecco allora che vi presentiamo la trasformazione di questo economico basso Roytek, tipico entry level cinese di scarsa qualità, in un fantastico pezzo unico! La prima cosa da fare è far risaltare il corpo dello strumento. I Roytek fortunatamente, anche se economici, sono fatti di vero legno, quindi facciamolo uscire fuori per sfruttare la sua bella trama. La vernice di fabbrica è dura e spessa e non si può usare lo sverniciatore perchè è a base di resina, quindi via di smerigliatrice e portiamo a vista  tutto il legno della superficie frontale e la sola pancia sul retro. Il resto lo lasciamo nero, ma lo grattiamo per farlo diventare con un effetto satinato, rimane quindi verniciato sui bordi e sul retro.
Dopo aver grattato per bene tutta la superficie per far uscire il legno originale scegliamo un bel color mogano rosso per dare un bel colore e far risaltare le venature del legno originale. Il colore dell'impregnante farà anche un bel contrasto col battipenna verde perloid scelto per il lavoro di customizzazione.
Dopo aver impregnato per bene, pure la parte verniciata, per dare un riflesso mogano con effetto invecchiato alla superficie con la vernice original, si  procede con la copertura trasparente lucida su tutto il corpo.
Ora si passa alla parte funzionale, l'elettronica si ricontrolla e si toglie l'ossido. I pick up originali vengono sostituiti da un bel paio di Jackson opportunamente personalizzati, verde metallizzato in superficie e nastratura bianca ai lati. Tutto lo scasso del body viene ricoperto di nastro d'alluminio per isolare bene la parte elettronica ed eliminare il rumore indesiderato. Lo stesso anche dietro il battipenna per creare una schermatura totale a massa.
Ora la parte finale. Assembliamo tutte le parti e puliamo bene il tutto, una regolata all'intonazione e un bel set up e via pronto per essere il cuore pulsante della ritmica di qualche serata live.
E ora diteci, se lo vedeste ad un concerto vi ricordereste di lui?







































lunedì 27 febbraio 2012

Arcadia - il mio California


Il cali l'ho preso nel 2008, era un Titanium con circa 14.000 km. Dopo il primo periodo insieme ho iniziato a pensare a come avrei potuto renderlo più "mio".

La prima idea, ispirata al disegno "blood fish" di klimt, prevedeva la base grigia titanio originale, il suddetto disegno, modificato e riprodotto in nero in varie parti della moto, ed un trasparente "Candy Apple" della House of Color dato su tutta la carrozzeria. Ma il tempo passa, la voglia di tenerla ferma non c'è ed i soldi scarseggiano.

Passano gli anni e intanto procedo con modifiche di poco conto. Sostituisco gli specchietti originali, grandi come orecchie di elefante, con due end bar mirror di forma ovale.
Oltre alle dimensioni ciò che più mi infastisce è la posizione in cui sono attaccati... come su tutte le moto del resto. Ma quelle aste che interrompono la continuità della la linea del manubrio proprio non mi vanno giù.

Faccio realizzare dei riser in alluminio a forma di pistone, saranno 2 cm più corti degli originali e dritti. In questo modo sposto un po' in avanti la posizione di guida. Mi da un po' di controllo in più e soprattutto non sembro seduto sul cesso.

Altra modifica, quasi d'obbligo su una guzzi, sono gli scarichi. La forma degli originali mi piace, il sound un po' meno. Per cui la scelta è quasi obbligata. Lafranconi Riservato Competizione. Peccato solo che dopo una settimana il rosso con cui sono verniciati internamente non si vede già più. Il sound invece ne ha guadagnato parecchio.

Intanto acquisto dei pezzi che si sposano bene con l'idea delle modifiche che voglio fare. Nello specifico uno stop in alluminio ricavato dal pieno, un bel mix di linea retrò e postmoderna, e delle frecce, sempre in alluminio, dalla classica forma bullet ma sensibilmente più piccole delle originali.
Il tutto rimane nelle confezioni originali sino all'inverno 2012.

Intanto procedono i lavori sul "Boiler" e su altri mezzi. Mi appassiono allo stile e all'idea "SteamPunk". Il progetto originale inizia a perdere brillantezza e si affaccia all'orizzonte una livrea totalmente diversa.
A Natale 2011 decido di darle un po' più di brio e le regalo un nuovo propulsore recuparato dal V11 incidentato di Ergononico. Il pacchetto comprende: motore, centralina e corpi farfallati. Ci aggiungo anche dei filtri a cono così elimino la scatola filtro originale.
I primi di Febbario 2012 le previsioni meteo danno neve. Prendo la palla al balzo e mi dico che se non la smonto adesso passa un altro anno.
Mi chiudo in box per un intero week end e con precisione certosina smonto tutte le sovrastrutture lasciando solo telaio, motore e ruote.
Tutto il resto sarà oggetto di intervento.
Preparo i pezzi da fare nero opaco, nello specifico: serbatoio, parafango posteriore, fianchetti e carter sottosella, parte inferiore del cupolino. Le viti del parafango anteriore sono bloccate, ma me ne accorgo solo a moto totalmete smontata. Rinuncio ad infierire e mi riprometto di farlo smontare, da qualcuno più capace di me, a fine lavori.
Con Dave diamo la prima mano di nero. Purtroppo l'umidità ed il freddo in box allungano di molto i tempi di asciugatura della vernice.
Ne approfitto, nella settimana successiva, per dedicarmi ai pezzi da dorare e ramare. Avevo già riparato con stucco da carrozziere tutti i pezzi che accusavano i segni del tempo e della strada percorsa.
Porto a casa (che almeno è riscaldata) i vari carter sparsi per la moto, il cruscotto smontato in ogni singolo pezzo ed il plexiglass del cupolino. L'operazione di doratura, tra stesura della missione, asciugatura, doratura e ritocchi vari, richiede due/tre giorni di lavoro.
Mentre aspetto i tempi tecnici di asciugatura della missione mi dedico alla sella. L'originale è strappata e logorata dal tempo. Decido di rifarla in cuoio. So che avrà bisogno di più cure rispetto a quelle in similpelle ma è un materiale che adoro e so per certo che, con le dovute attenzioni, durerà una vita.

Intanto, ho dato la seconda, terza e quarta mano di nero opaco. Finalmente sono contento del risultato raggiunto, lascio asciugare per un paio di giorni. Adesso è ora di decorare anche il serbatoio, il parafango posteriore ed i fianchetti. Porto anche questi a casa, con immensa gioia della mia compagna che si è vista la sala trasformata in un garage.

Parcheggio tutto sul tavolo ed inizio a riportare il disegno dalla carta al serbatoio.
Ovviamente il passaggio da una superficie piana ad una tridimensionale richiede qualche aggiustamento. Maschero le parti che non voglio dorare e traccio i contorni della grafica principale. Stacco la carta ed incido, con un bisturi, il retino di mascheratura.

Riprendiamo col solito giro. Missione, attesa di tre ore per l'asciugatura, doratura. Intanto vado avanti con la sella.

Ho scelto della vacchetta da 4 mm, uno spessore più che generoso per il lavoro che dovrà andare a svolgere, ma quella da 2 mm che avevo in casa non mi dava abbastanza garanzie di durata. L'inconveniente è che forare, cucire e piegare a mano del cuoio di questo spessore è tutt'altro che divertente. Alla fine però il risultato mi piace ed questo ciò che conta.

Finisco di dorare il serbatoio e gli altri pezzi e porto nuovamente tutto in cabina di verniciatura per una mano di trasparente. Questo non verrà dato su tutto il pezzo ma solo sulle parti dorate, in modo da avere un contrasto tra il nero opaco e l'oro lucido. Quindi maschero i fianchetti e ricomincio il delirio di mascheratura, questa volta inversa, sul serbatoio.

Lasciata asciugare la 2 seconda mano di trasparente posso procedere al rimontaggio. Mentre Ergononico mi aiuta, la Stornella dipinge dei filetti bianchi e rossi sulle volute del serbatoio. Il rimontaggio procede quasi in salita, ma dopo un tot di bestemmie, un paio di abrasioni e qualche birra finiamo il grosso. Rimane da montare il serbatoio che sta ancora asciugando dai filetti ed i fianchetti.



Ancora da fare:
- Il parafango anteriore nero opaco
- i coprivalvole, neri opachi con effetto oro
- piaste, foderi forcella, antisvirgolo, riser, manubrio e supporti pedane passeggero nero lucido
- terminali nero opaco
- collettori fasciati.
- copri tappo serbatoio
- particolari in rame sul serbatoio
- volute sui fianchetti
- distanziatori frecce anteriori

Devo assolutamente ringraziare:
Dave, senza il quale non mi sarei mai imbarcato in un'avventura del genere.
Andrea, il collega di lavoro che mi ha aiutato nella ricerca degli spunti.
Elena, la mia, che ha sopportato me ed i pezzi della moto sparsi per casa.
Ergononico, che mi ha venduto il motore, dato una mano nel rimontaggio e dei suggerimenti (fottute frecce!) ai quali non sarei arrivato da solo.
La Stornella per i filetti sul serbatoio e... perchè è Stornella!


Com'era:

Com'è:




giovedì 1 dicembre 2011

V75 Boiler - parte 1


Per chi ci segue già tempo il progetto Boiler non è una novità, ma per chi ci ha conosciuto solo dalla nascita del blog ancora ne deve sentire parlare. Ecco quindi un bel riassunto di questo progetto molto impegnativo e a lungo termine in cui ci siamo imbarcati. 
L'obiettivo da raggiungere è quello di realizzare una moto di qualità, in grado di poter essere presentata nei concorsi. Una Moto Guzzi in grado di competere per qualità, cura e dettagli artigianali con le harley e le special che si vedono sulle riviste.
Ecco quindi che siamo partiti da una vecchia Imola II che dopo un primo intervento cui doveva essere seguito dalla vendita del mezzo, si presentava come nella foto di destra. Il motore è stato sostituito con un 750cc Km zero ricambio ex polizia. L'affidabilità del 4 valvole, 350cc in particolare, non è leggendaria. Ecco perchè la sostituzione. Tutto il blocco è verniciato di nero, il cambio è stato preso da un v65 Lario, per avere dei rapporti un pò più lunghi. Per rendere il motore in grado di spingerlo la scatola filtro stock è stata sostituita con filtri a cono e i getti dei carburatori sostituiti con due del 28. Quest'operazione ha aumentato un pò i consumi, ma ha donato alla moto una brillantezza invidiabile rispetto alla configurazione standard. L'idea del progetto si vede nella foto riepilogativa sulla destra, insieme ad alcuni dettagli. La moto, dal taglio sportivo originale si trasforma in bobber con forte influenze steampunk. L'idea del progetto è di rendere la moto come parte di un vecchi impianto industriale, come una vecchia caldaia o i vecchi veicoli a vapore, da qui il nome "Boiler". La predominanza dei colori sarà quindi data dal metallo, rame, bronzo, ottone ed alluminio. Nessuna cromatura e poca vernice.
Il telaio e i cerchi vengono dipinti di un color ruggine con effetto metallizzato e a grana grossa, che riproduce la consistenza della ruggine. Colore ribattezzato "Ruggine fashion". Questo colore stacca molto bene col nero e con i vari colori dei metalli scelti per la moto oltre che coi collettori che sono fasciati con benda di colore naturale, ricoperta in rete metallica e fissata con fasce in alluminio color bronzo strette da dadi cechi in ottone. L'insieme è assolutamente in linea con il motivo del progetto. Il tappo del serbatoio ricavato da un portalampadina elettrico e una manopola di rubinetto sverniciata e riportata ad ottone fa bella mostra di se spiccando sul serbatoio preso da un Nevada. Sul parafango posteriore, di un T3 tagliato sul fondo, c'è una canalina elettrica che servirà a far passare i cavi elettrici che porteranno al fanale posteriore e alle frecce. I fianchetti ricavati da una lastra di metallo a rete e bordato con gomma nera fa bella mostra di se prendendo abbastanza spazio sui lati della moto e donando un ulteriore tocco industriale alla moto. Sul serbatoio sono poi avvitate tramite dadi ciechi in ottone delle piastre in alluminio color bronzo. Due, una per lato, sul serbatoio e una centrale come raccordo tra la fine del serbatoio e la posizione dove verrà posizionata la sella. Sulle piastre laterali sarà poi verniciato il logo del Boiler in puro stile retrò,
Il blocco strumentazione è completamente reinterpretato nello stile del progetto. Ecco quindi un contagiri mini e un tachimetro mini disposti su una piastra in maniera asimmetrica e con lo stile di un veicolo da cantiere. Nella foto è ancora in fase di lavorazione, ma rende l'idea di ciò che sarà.
I lavori proseguono e presto torneremo con nuovi aggiornamenti!!!

martedì 13 settembre 2011

V65 custom - Generale Lee - parte 4

Passiamo ora all'altra sede di Ik per l'ultima fase del lavoro, la verniciatura, che donerà alla moto quell'aspetto sobrio ed elegante che ci siamo prefissati. Partiamo dall'idea di base del Generale Lee, la strafamosa auto dei Duke di Hazzard, quindi fondo arancione su tutta la moto. Il numero 01 sarà riportato sui fianchetti, che prenderanno il posto delle portiere dell'auto. Oltretutto essendo tabelle portanumero non potevano che ospitare il numero. Per la bandiera, che avrebbe in realtà il fondo rosso e non arancio, abbiamo pensato di riprendere il rosso sullo spicchio frontale e posteriore del serbatoio, in modo da avere anche il rosso, che si alterna bene con l'arancio separato dalla banda a croce.

 Per le finiture, decidiamo di discostarci un pò dall'originale, essendo una reinterpretazione. lasciando la banda nera un pò opaca, invece che blu, che richiama il numero e la sella e altri particolari, dandogli anche un aspetto un pò più grezzo da fuoristrada.
Rimangono le stelline bianche nella bandiera, che spiccano molto e aggiungono ulteriore colore.
Come avrete potuto notare il sissy-bar è stato tolto, il proprietario non l'ha poi voluto montato lasciando il dietro nudo e basso. L'unica cosa che manca è la filettatura, color alluminio, sui numeri e sulla croce della bandiera, che purtroppo non siam riusciti ad applicare per mancanza di tempo, ma che metteremo appena possibile.